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    11/06/09

    Iran alle urne

    Si è chiusa una campagna elettorale tra le più dure della breve storia della repubblica islamica dell'Iran. Attacchi duri fra i candidati, cui si è aggiunta una inedita polemica fra due colonne storiche del regime: l'ex presidente Akbar Rafsanjani e l'ayatollah Ali Khamenei. Le piazze sono invase da sostenitori di Ahmadinejad, che corre per un secondo mandato, e del suo piu' temibile avversario, il conservatore moderato Mir Hossein Mussavi.
    Finora tutti i presidenti iraniani presentatisi per un secondo mandato sono stati rieletti, ma Ahmadinejad rischia seriamente di interrompere la tradizione. Può ancora contare sui suoi fedelissimi - essenzialmente le vaste popolazioni delle zone rurali - ma deve fare i conti con una montante opposizione da parte dei giovani, degli studenti universitari e delle popolazioni delle zone metropolitane. Gli oppositori del regime, finora numerosi ma disorganizzati, si sono coalizzati attorno alla figura di Mir-Hussein Moussavi (foto), 67 anni, conservatore moderato e ultimo primo ministro della repubblica islamica prima che la carica venisse abolita nel 1989. E proprio dal 1989 Moussavi è assente dalla scena politica, anche se è stato l'artefice della prima elezione nel 1997 del suo braccio destro Mohammad Khatami. Nel 2005 rifiutò di presentarsi contro Ahmadinejad, ma quest'anno è riuscito a mettere in piedi un'organizzazione "dal basso" con un programma riformista e "di sinistra" (ma comunque all'interno della formula di stato religioso). Ha schierato in campo, fenomeno mai visto prima in Iran, sua moglie Zahra Rahnavard, artista capace di diventare l'unica donna rettore universitario del Paese. Tanta gente è scesa in piazza per sostenerlo, facendo parlare alcuni di una sorta di 'effetto Obama' in Iran.
    Circa 45mila urne verranno aperte il 12 giugno ai 46 milioni di aventi diritto al voto, dalle otto del mattino fino alle sei di questa sera. Se nessuno dei quattro candidati otterrà al primo turno la maggioranza assoluta dei voti, si terrà il ballottaggio tra i primi due candidati il 19 giugno prossimo.
    Un altro candidato con qualche chance è Moshen Rezaei, militarefino al 1997 e stretto collaboratore dell'ayatollah Khomeini, che rappresenta l'opposizione "di destra" a Ahmadinejad, una destra pragmatica che vorrebbe eliminare l'attuale presidente reo, con le sue esternazioni in politica estera, di allontanare investitori e businnes. Il quarto tra i maggiori candidati è Mehdi Karroubi, altro riformista, arrivato terzo alle elezioni di 4 anni fa ma ora schiacciato dalla figura di Moussavi. Proprio la contemporanea candidatura di due importanti esponenti potrebbe però spaccare il fronte riformista favorendo Ahmadinejad. E intanto il capo dei pasdaran, i guardiani della rivoluzione vicini al presidente, ha affermato che "Sara' stroncato sul nascere ogni tentativo di provocare in Iran una rivoluzione di velluto".

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