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    13/06/09

    Iran nel caos: Moussavi arrestato?

    Dopo la proclamazione della vittoria di Ahmadinejad nelle elezioni iraniane le strade di Teheran si sono riempite di manifestanti, sostenitori di Moussavi e convinti che l'attuale presidente abbia alterato il risultato elettorale con l'aiuto dei pasdaran e con il tacito consenso dell'ayatollah Khamenei.
    Poco dopo il discorso con cui Ahmadinejad ha ufficializzato la propria rielezioni - con il 62,23% dei voti contro il 33,75 di Moussavi - le proteste nelle strade, sempre più violente, sono state sedate nel sangue dall'intervento della polizia.
    La vittoria di Ahmadinejad, scrive il "New York Times", è stata uno shock per l'opposizione, che aveva sperato in un risultato ben diverso dopo che i sondaggi davano a Moussavi un ampio margine di vantaggio.
    Al momento la situazione nella capitale iraniana è confusa sotto il punto di vista delle comunicazioni: i collegamenti internet sono rallentati e quasi bloccati, i cellulari sono inutilizzabili e le notizie che filtrano all'esterno, anche da parte degli inviati stranieri, sono pochissime. Tra le notizie tutte da verificare c'è quella, rilanciata dalla stampa stanutitense, secondo cui Moussavi sarebbe stato messo agli arresti, presumibilmente con l'accusa di aver fomentato gli scontri.
    Moussavi, prima del blackout delle comunicazioni, aveva rivolto un appello per evitare che l'Iran cada nella tirannide. Un appello che all'occidente può sembrare paradossale, visto che l'ex Persia è tutt'altro che una democrazia, ma che sta a significare che in queste ore stiamo probabilmente assistendo ad un cambiamento epocale nel livello di dittatura dell'Iran, che fino ad ora è stata una repubblica islamica in cui la figura dell'ayatollah è al di sopra delle leggi ed ha diritto di veto su ogni decisione del governo, ma la rappresentatività del popolo è sempre stata riconosciuta tramite elezioni, per quanto "pilotate" (i candidati vengono selezionati in base all'aderenza ai principi della repubblica islamica).

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