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    17/07/09

    Honduras: si tratta per una soluzione

    Fallita la prova di forza del presidente Zelaya, che la settimana scorsa ha provato a rientrare in Honduras fomentando la ribellione dei suoi sostenitori, e svanita anche la possibilità di un intervento diretto degli Stati Uniti, si cerca ora una soluzione diplomatica che ristabilisca lo stato di diritto nello stato centroamericano senza arrivare a uno scontro o peggio, all'intervento armato di altri stati come Venezuela e Nicaragua.
    Il presidente del Costa Rica Oscar Arias (nella foto), già premio Nobel per la Pace, che si sta occupando dei negoziati, porterà domani alla riunione prevista a San Josè una soluzione che preveda il ritorno alla presidenza di Manuel Zelaya - che però rinuncerebbe alla riforma costituzionale per una sua rielezione oltre il secondo mandato - la nascita di un governo di "riconciliazione nazionale" e l'approvazione di un'amnistia per i golpisti.
    Dopo aver ascoltato esponenti dei governi latinoamericani ed europei - tra i quali anche il sottosegretario italiano agli Esteri Vincenzo Scotti -, i responsabili di molte organizzazione internazionali, Onu e Osa (Organizzazione degli stati Americani) in testa, Arias avanzerà “varie proposte” per chiudere la crisi, anche se i due contendenti Zelaya e Micheletti saranno assenti dal summit.
    “Vediamo se è possibile comporre un governo di riconciliazione nazionale in carica poco meno di sette mesi”, ha detto Arias. “Vediamo poi se sarà possibile parlare di una amnistia" ha detto Arias, riferendosi alla precondizione posta da Micheletti per il ritorno di Zelaya. “Il presidente Zelaya - ha poi aggiunto, riferendosi alle riforme costituzionali - credo che dovrà abbandonare la sua pretesa di allestire la ‘quarta urna’ alle prossime elezioni", riforma bocciata dall'alta magistratura honduregna. Qualsiasi soluzione, ha però ribadito Arias, non potrà prescindere dal reintegro di Zelaya al suo posto: “Il ristabilimento dell’ordine costituzionale passa per la restituzione del presidente José Manuel Zelaya”, ha spiegato dopo aver ricordato “che se Micheletti è disposto a rinunciare per consegnare il potere ad altri non è una soluzione”. La preoccupazione del mediatore, già premio Nobel per la pace, è quella di impedire la consolidazione “del governo de facto perché potrebbe essere un incentivo per i militari non solo in questo continente, ma anche in altre regioni del mondo”. Qualsiasi soluzione, ha però ribadito Arias, non potrà prescindere dal reintegro di Zelaya al suo posto: “Il ristabilimento dell’ordine costituzionale passa per la restituzione del presidente José Manuel Zelaya”, ha spiegato dopo aver ricordato “che se Micheletti è disposto a rinunciare per consegnare il potere ad altri non è una soluzione”. La preoccupazione di Arias è quella di impedire la consolidazione “del governo de facto perché potrebbe essere un incentivo per i militari non solo in questo continente, ma anche in altre regioni del mondo”.

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