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    29/06/09

    Honduras: caos dopo il colpo di stato

    A più di un giorno dal colpo di stato che ha portato all'esautorazione e all'arresto del presidente dell'Honduras Manuel Zelaya si chiarisce il quadro politico del golpe ma non si calma la fibrillante situazione dello stato centroamericano.
    La Corte Suprema dell'Honduras ha dichiarato che l'esercito ha arrestato Zelaya seguendo proprio un ordine della Corte, che aveva accusato il presidente di aver violato la Costituzione. Questo chiarimento, teso a escludere che si sia trattato di un golpe militare, non ha però calmato le acque. Migliaia di simpatizzanti del capo dello Stato honduregno destituito si trovano tuttora davanti alla residenza presidenziale a Tegucigalpa, per protestare contro i militari golpisti. Tra i manifestanti spiccano contadini, studenti, operai, organizzazioni sociali ed indigeni, ovvero lo zoccolo duro dei sostenitori di Zelaya.
    Proprio ieri si sarebbe dovuto tenere in Honduras un referendum attraverso cui Zelaya intendeva modificare la Costituzione e rendere così possibile un'estensione del mandato presidenziale quadriennale e una sua rielezione. La Corte Suprema aveva espresso parere contrario al referendum, ma il presidente aveva proseguito per la sua strada seguendo l'esempio del leader venezuelano Hugo Chavez, che di Zelaya è stato alleato e ispiratore.
    E proprio Chavez ha espresso solidarietà ai sostenitori di Zelaya, promettendo aiuto "Se le oligarchie violano le regole del gioco come hanno fatto, il popolo ha diritto di resistere e combattere, e noi siamo con loro", e più tardi si è spinto ancora più in là minacciando di invadere l'Honduras se dovessero essere sferrati attacchi contro l'ambasciata venezuelana in Honduras.
    Il nuovo capo di stato dell'Honduras, il presidente del Congresso Roberto Micheletti, ha respinto le minacce di Chavez "Vedo con molta preoccupazione quello che dice Chavez senza riflettere, che non venga a minacciarci", ha ammonito Micheletti, aggiungendo di essere "totalmente sicuro del nostro esercito, che è pronto ad intervenire".
    Le notizie sono frammentarie, ma nella notte sono proseguiti gli scontri nonostante il coprifuoco, e da più fonti si parla dell'assassinio del leader popolare Cesar Ham, alleato di Zelaya, ucciso a quanto pare per aver resistito all'arresto.
    Oggi si riunisce in via straordinaria il consiglio di sicurezza dell'Onu, a seguito della preoccupazione espressa da Barack Obama e Hillary Clinton, mentre Zelaya, rifugiatosi in Nicaragua, incontrerà presto gli altri capi di stato dell'America Latina per cercare alleanze. Dall'Honduras si fa sapere che sono confermate le elezioni presidenziali per il 29 novembre.

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