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    17/06/09

    Iran: e dopo le proteste?

    Mentre le rivolte e le proteste per i risultati elettorali non accennano a finire, i commentatori si interrogano sul futuro dell'Iran. Il movimento, perlopiù non organizzato, sviluppatosi in campagna elettorale attorno a Moussavi anzichè essere spazzato via dalla repressione del regime ha dimostrato una propria forza, con cui il governo di Teheran si trova a dover fare i conti. Si tratta della più grande manifestazione di protesta dai tempi della rivoluzione islamica, e per la prima volta il regime non riesce a contenere la fuoriuscita di notizie - anche grazie ai nuovi media e in particolare a Twitter. Poche speranze vengono riposte nella riconta dei voti, sia perchè il compito è affidato al Consiglio dei Guardini, nominati da Khamenei, sia perchè per votare bisognava crivere “4” sulla scheda, per Ahmadinejad “44”, e sarà quindi impossibile stabilire se le schede sono state truccate. Anche se la repressione dovesse fare il suo corso, quanto sta accadendo in questi giorni potrà minare le fondamenta del regime degli ayatollah, che negli ultimi quattro anni ha trovato un equilibrio perfetto con l'alleanza tra il presidente Ahmadinejad e la guida suprema Ali Khamenei. Per una guida alle cariche iraniane suggerisco l'esaustivo articolo de La stampa.
    Anche se Khamenei ha un potere pressochè assoluto sulle forze armate, sui media e sulla Giustizia, deve fare i conti con un (unico) contrappeso, rappresentato dall'Assemblea degli Esperti, un organismo di 86 religiosi che hanno il potere di nominare la Guida Suprema e anche quello di revocare il mandato, che altrimenti è a vita. Capo degli Esperti è l'ex presidente Ali Akbar Hashemi Rafsanjani, rivale storico di Khamenei. Rafsanjani contese a Khamenei il titolo di Guida Suprema alla morte di Khomeini, e durante i due mandati da presidente negli anni '90 provò a contrastare il conservatorismo radicale della Guida Suprema tentando un blando piano riformista. Nel 2005 Rafsanjani venne sconfitto da Ahmadinejad e anche in quel caso si parlò di brogli. Anche se sembra difficile che il Consiglio possa revocare il mandato di Khamenei, in molti fanno notare che sotto le battaglie politiche ci sono molti interessi economici (Khamenei e Rafsanjani sono tra gli uomini più ricchi dell'Iran), e questo potrebbe smuovere gli ayatollah più della religione e della politica, visto che l'intransigenza di Khamanei e Ahmadinejad sta creando grossi danni negli affari iraniani con gli investitori stranieri.
    Quello in atto dunque sarebbe uno scontro di potere tra due caste, quella dei sacerdoti e quella dei militari, ed in gioco ci sarebbe la natura stessa della dittatura. Da una parte i "riformisti" Rafsanjani, Khatami e Moussavi; dall'altra, la Guida Suprema Khamenei, che avrebbe deciso di servirsi di Ahmadinejad e delle forze militari e di sicurezza a lui fedeli, per liberarsi degli avversari all'interno del clero sciita.
    Il fatto che un esponente di spicco come Ali Larijiani, presidente del Parlamento iraniano, nonché ex negoziatore nucleare e alleato di Ahmadinejad, abbia pubblicamente preso le distanze da Khamenei fa pensare che si stia candidando per un eventuale successione come Guida Suprema.

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