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    20/05/09

    Inghilterra - Si dimette lo Speaker dei Comuni

    In tempi di crisi economica la classe politica deve stare attenta non solo a come gestisce la legislazione, ma anche a come utilizza il proprio stipendio.
    Il mondo politico inglese è in subbiglio per una vicenda che forse da noi meriterebbe solo qualche trafiletto o qualche inchiesta di "Striscia la notizia" o delle "Iene", ma che a Lodra ha scatenato un'indignazione tale da portare alle dimissioni di un ministro, all'espulsione di due membri della Camera dei Comuni dai rispettivi partiti, all'apertura di un'inchiesta su due membri della Camera dei Lord e infine alle dimissioni, per la prima volta nella storia, dello Speaker della Camera dei Comuni.
    Lo Speaker è la terza carica più importante del Regno Unito dopo la Regina e il premier, e l'attuale politico che dal 2000 ricopre la carica, l'indipendente Michael Martin, è una figura conosciutissima in Gran Bretagna, sia pure spesso oggetto di critiche. Il suo comportamento nella gestione della vicenda dei rimborsi spese dei parlamentari è però sembrata rivolta soprattutto a mettere tutto a tacere, scatenando richieste di dimissioni da parte di tutti i partiti del paese.
    Lo scandalo è nato quando il "Daily Telegraph" è riuscito ad entrare in possesso grazie ad una talpa (pagata 150.000 sterline) dei documenti sull'utilizzo del rimborso spese a cui hanno diritto i legislatori britannici in aggiunta al loro "modesto" stipendio di 60.000 sterline l'anno (modesto al confronto di quello dei colleghi italiani, che prendono quasi il doppio). Dall'inchiesta è emerso come moltissimi parlamentari abbiano usato i rimborsi spese ad uso personale e senza alcuno scopo politico: riparazioni di case al mare e piscine, stipendi per giardinieri, rimborsi per lampadine, e persino l'estinzione di un mutuo inesistente. Altri ancora, sfociando nel ridicolo, hanno inserito nelle note spese anche cene al ristorante e acquisti di ogni tipo, dal vino agli assorbenti intimi.
    Il primo a saltare è stato il sottosegretario alla Giustizia Shahid Malik, laburista di origini asiatiche, costretto dal premier Brown a dare le dimissioni dopo che si era scoperto che si era fatto rimborsare, tra le altre cose, un "cinema da casa" e una poltrona per massaggi.
    Il leader dell'opposizione David Cameron ha dal canto suo ordinato ai suoi parlamentari di restituire allo stato tutti i rimborsi spese non utilizzabili per motivi di lavoro.
    Il governo ha messo in cantiere in tempi rapidi una riforma del sistema dei benefit per i parlamentari, anche per sedare la rabbia crescente nel paese, ma proprio a questo punto è intervenuto Michael Martin, che è stato attaccato prima per il mancato controllo sui rimborsi e poi per il tentativo di mettere il silenziatore allo scandalo.
    Paradossalmente, anche se Martin non si è macchiato in prima persona di nessun crimine, sarà quello che ne farà le spese più degli altri, costretto da un'indignazione bipartisan a lasciare la terza poltrona più importante del Regno.

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