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    08/05/09

    La Spagna aiuta gli immigrati...a casa loro

    Quante volte abbiamo sentito dire da chi contrasta il fenomeno dell'immigrazione la fatidica frase "Aiutiamoli a casa loro"?. C'è chi ha deciso di mettere in pratica questo principio, ed è il ministro del Lavoro del governo spagnolo, il socialista Celestino Corbacho (foto), pioniere di un sistema senza dubbio originale per contrastare l'immigrazione.
    Il ministro spagnolo ha prima fatto approvare un "piano di ritorno per i disoccupati extracomunitari", che prevede il pagamento di due anni di sussudio di disoccupazione a quegli immigrati che, dopo aver perso il lavoro, tornano in patria con l'impegno di non fare ritorno in Spagna per almeno tre anni. Ora Capucho ha proposto un nuovo piano: preso atto dell'impossibilità di contenere i flussi di immigrati che provengono da paesi dell'Unione Europea, in prevalenza dalla Romania, e delle ingenti risorse spese per questi immigrati che non si possono rimpatriare in maniera coatta, il governo ha annunciato che i rumeni attualmente risiedenti in Spagna potranno ricevere un sussidio di disoccupazione da parte di Madrid a patto che tornino in patria e che lì cerchino attivamente lavoro (l'impegno sarà certificato dagli uffici di collocamento rumeni). Il sussidio potrà essere comodamente riscosso negli uffici postali della Romania. La notizia, riportata dall'edizione online del quotidiano spagnolo El Mundo, è stata riferita ai cronisti dallo stesso ministro, sul volo che lo riportava a Madrid dopo una visita in Romania e segue di poche ore l'annuncio della verifica in corso per capire se è possibile incentivare economicamente i romeni a tornare a casa. Corbacho, insomma, è pronto a trovare fondi per liberare i suoi connazionali dei disoccupati stranieri.
    Corbacho nelle scorse settimane è stato oggetto di polemiche in patria per la proposta di legge, poi bocciata, che prevedeva l'inserimento nelle norme sull'immigrazione della possibilità di multare fino a 10.000 euro tutte le persone che fornivano aiuto ai migranti irregolari presenti su suolo spagnolo.Il che voleva dire equiparare i trafficanti di esseri umani e gli sfruttatori della manodopera clandestina alle organizzazioni non governative che si battono per il rispetto dei diritti umani dei migranti. Alla fine il governo spagnolo ha ceduto alle pressioni dell'opinione pubblica indignata dalla norma e dalla mancata distinzione rispetto al concetto di 'aiuto all'immigrazione clandestina' . Come suggerito, del resto, dall'organo supremo della magistratura iberica, il Cgpj, che aveva ravvisato nella norma il rischio di ''criminalizzare l'attività di pura solidarietà delle associazioni''.

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