Oltre che più diffuso, questo metodo è stato più controverso di quanto si potesse immaginare. Un rapporto del 2004 di un ispettore della CIA denunciava l'abuso della tecnica e del modo in cui veniva applicata. Secondo i memoriali, i detenuti venivano incatenati al pavimento e costretti a stare in piedi, ammanettati. I detenuti indossavano solo un pannolone e gli veniva impedito di mangiare. Se, anche in quella posizione, riuscivano ad addormentarsi, venivano immediatamente svegliati tirando le catene. A un certo punto, alla CIA venne consentito di utilizzare questo metodo per 11 giorni di fila, poi il limite fu ridotto a 7. Secondo i memoriali, i detenuti venivano monitorati dal personale medico affinchè non subissero danni fisici, ma un rapporto della Croce Rossa del 2007 parla di cicatrici sui polsi e sulle caviglie dei prigionieri. I memoriali riportano inoltre che quando i detenuti non potevano più restare in piedi, venivano distesi sul pavimento con gli arti posizionati in tal modo da recuperare energia ma abbastanza scomodi da non poter prendere sonno. La Croce Rossa riporta anche che i detenuti venivano sottoposti a musica altissima e rumori ripetitivi.
Dai memoriali, risulta che la privazione del sonno viene considerata parte fondamentale dell'interrogatorio, meno grave di altri metodi "correttivi" o "coercitivi", e in più viene visto all'interno della CIA come un metodo in grado di avere lo straordinario vantaggio di spezzare la resistenza dei detenuti senza causare danni permanenti.
Nel 2007, dopo che la Corte Suprema obbligò la Casa Bianca a far rientrare i programmi della CIA nell'ambito della Convenzione di Ginevra, Bush firmò un ordine esecutivo che riconosceva come diritto fondamentale dei detenuti "acqua e cibo in misura adeguata, riparo da caldo e freddo, vestiario necessario", ma nessuna menzione per il sonno.
Gli ufficiali della CIA difendono il loro operato sostenendo che la privazione del sonno non causa danni permanenti, e anzi che il recupero dei detenuti è "sorprendentemente veloce", citando ricerche scientifiche a supporto di questa tesi.
Ma il "Los Angeles Times" ha intervistato James Horne, direttore del Centro di Ricerca sul sonno della Loughborough University, uno degli studiosi citati dalla CIA. Horne ha detto di non essere mai stato consultato, e ha accusato la CIA di aver manipolato i risultati dei suoi studi estrapolando brani e decontestualizzandoli.
Fonte: Los Angeles Times
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