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    25/05/09

    USA: Obama e la grana Guantanamo

    Trovare una sistemazione per i detenuti più pericolosi del carcere di Guantanamo "sta diventando uno dei nostri problemi piu' grandi". Lo ha ammesso il presidente Barack Obama nel corso di un'intervista alla tv C-Span, in cui ha parlato dell'esigenza di trovare una soluzione "ineccepibile dal punto di vista legale e istituzionale" per processare i detenuti. "Non e' semplice", ha spiegato il presidente americano che non ha risparmiato critiche all'amministrazione Bush che, sull'onda del post 11 settembre, quando "la popolazione era impaurita", affrontò la situazione con "decisioni inadeguate".
    La paura sembra però non essere ancora passata, visto che Obama ha subito dal Senato (in cui pure ha la maggioranza assoluta) la prima sconfitta del suo mandato. Il presidente aveva infatti chiesto alla camera alta del Congresso i fondi per chiudere il carcere di Guantanamo, ma con una votazione a sorpresa il Senato glieli ha negati, con 90 voti contrari e 6 favorevoli.
    Il dato politico è clamoroso per il contesto in cui è maturato: poche ore prima Obama aveva tenuto un ispirato discorso sulla sicurezza nazionale, spinto dal partito che voleva dare ai propri senatori una adeguata copertura contro le prevedibili proteste dei repubblicani. Dopo Obama ha però parlato l'ex vicepresidente Dick Cheney, che ha fatto appello a tutte le paure degli americani del dopo 11 settembre, come se non fossero passati 8 anni dagli attentati di Al Qaeda. Chney ha accusato senza mezzi termini Obama di voler indebolire l'America, e ha paventato la possibilità di nuovi attentati a breve, la cui colpa, è la logica conclusione del suo discorso, sarebbe tutta dell'attuale presidente. In molti hanno imputato al discorso di Cheney il clamoroso dietrofront di molti senatori democratici, mentre i repubblicani hanno votato compatti.
    La bocciatura non è definitiva, e Obama è già tornato alla carica, deciso a mantenere la promessa ma anche a fare tesoro degli errori commessi in questi mesi. L'aver inserito la chiusura di "Gitmo" tra le priorità dei suoi primi mesi di amministrazione l'ha portato a cambiare più volte posizione, annunciando prima di voler trasferire i detenuti nelle carceri federali salvo poi fare marcia indietro chiedendo agli alleati di farsi carico di alcuni di questi prigionieri.
    La ripartenza dei processi ai detenuti dovrebbe facilitare le cose, ma Obama adesso sa che non potrà presentare un altro progetto di chiusura se prima non avrà chiarito al Senato il costo totale dell'operazione, la nuova collocazione dei prigionieri attualmente a Guantanamo e la destinazione dei futuri prigionieri pericolosi. Per fare questo, nonostante la maggioranza al Senato, Obama potrebbe aver bisogno di cercare un accordo bipartisan, mettendo alla prova quell'intento unitario portato avanti in campagna elettorale. Non sono pochi i repubblicani che potrebbero appoggiare una chiusura di Guantanamo, a partire da John McCain, ma ci vorrà un progetto più dettagliato per convincerli.
    "A Guantanamo abbiamo molte persone che avrebbero dovuto essere processate prima, ma non è stato fatto", ha spiegato Obama alla C-Span "in alcuni casi, le prove contro di loro sono state compromesse". Alcuni detenuti "potrebbero essere pericolosi, e in questi casi non possiamo rilasciarli, perciò trovare una soluzione su questa faccenda penso stia diventando uno dei nostri problemi piu' grandi". I detenuti dovranno essere giudicati "da commissioni militari americane e Corti civili" con "un struttura rispettosa dello stato di diritto".

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