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    20/03/09

    Israele - Quasi pronto per il governo Netanyahu

    Il Likud, il partito di destra israeliano del primo ministro designato Benyamin Netanyahu, ha concluso un accordo con Ysrael Beitenu, la formazione di estrema destra guidata da Avigdor Lieberman. Lo ha riferito un portavoce del partito al termine di un incontro negoziale durato diverse ore.
    L'accordo, resosi necessario dopo il rifiuto di Kadima e dei laburisti di entrare in un governo di unità nazionale guidato dallo stesso Netanyahu, prevede che la formazione radicale di destra, terzo maggior partito di Israele dopo il voto dello scorso 10 febbraio, ottenga cinque ministeri: quello degli Esteri, che dovrebbe andare al capo del partito Avigdor Lieberman, e quelli della Sicurezza interna, delle Infrastrutture, del Turismo e dell'Integrazione.
    I negoziati per portare il nuovo governo ad ottenere la fiducia non sono però terminati. Il Likud e Israel Beitenu infatti non hanno la maggioranza sui 120 seggi della Knesset, e hanno bisogno di concludere accordi con altre formazioni per ampliare l'alleanza, accordi che riguarderanno gli altri partiti di destra e ortodossi che hanno conquistato seggi alle ultime elezioni. Per Netanyahu, che fu già primo ministro dal 1996 al '99, la deadline è fissata per il 3 aprile, quando terminerà il periodo di 42 giorni del mandato per formare il nuovo governo. A quel punto Netanyahu dovrà presentarsi dal presidente Peres con una maggioranza solida oppure bisognerà rifare tutto da capo. Ma non ci sono grossi dubbi sul fatto che Netanyahu riuscirà a formare il governo, l'accordo con Lieberman era il passo più difficile e ora la strada sembra in discesa.
    L'accordo ha però suscitato reazioni preoccupate: il fatto che Lieberman sarà ministro degli Esteri genera forti timori tra i sostenitori della ripresa del processo di pace. Lieberman è noto per le sue posizioni radicali, non ha mai nascosto la sua contrarieta' (come Netanyahu) alla nascita di uno Stato palestinese indipendente e nei mesi scorsi ha condotto una durissima campagna elettorale contro i cittadini arabi di Israele (circa il 20% della popolazione). L'accordo tra Likud e Yisrael Beitenu non prevederebbero negoziati con i palestinesi e ribadiscono solo che Israele non negozierà con organizzazioni terroristiche e cerchera' abbattere il potere di Hamas a Gaza. L'accordo lascia però aperta la porta a un successivo ingresso dei centristi nella coalizione (d'altrone Yisrael Beitenu, sia pure in un ruolo marginale, era anche nella precedente coalizione governativa guidata da Kadima).
    L'Unione Europea, per bocca del suo Alto rappresentante in politica estera Javier Solana, si dice pronta a lavorare con il nuovo governo israeliano purche' esso sia a sua volta pronto a "proseguire sulla strada che prevede la creazione di uno Stato palestinese". In caso contrario, ha avvertito Solana, "la situazione sara' molto diversa", lasciando intravedere un raffreddamento delle relazioni.

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