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    09/03/09

    USA - Obama disposto a trattare con i talebani

    In un'intervista con il "New York Times", il presidente Obama ha ammesso che gli Usa non stanno vincendo la guerra in Afghanistan, e che per risolvere la situazione si potrebbe applicare anche lì la cosiddetta "dottrina Petraeus", che in Iraq ha permesso di venire a patti con le milizie sunnite. Nel caso afghano, si tratterebbe di trattare con le frange moderate dei talebani, un'ipotesi sposata con favore anche dal presidente Karzai.
    Obama ha spiegato come il dialogo abbia permesso di togliere alcuni insurrezionalisti iracheni dalle grinfie di Al Qaeda istituzionalizzandoli nel quadro politico, e ha previsto che possa funzionare anche in Afghanistan assieme con l'aumento delle truppe (17.000 soldati si aggiungeranno a quelli già presenti, in parte spostandoli dall'Iraq).
    "La situazione in Afghanistan è più complicata che in Iraq" ha ammesso nell'intervista "ci sono regioni meno controllate e c'è una lunga storia di di forti contrapposizioni tra tribù, tribù che sono molteplici e che spesso operano per scopi contrapposti.
    Gli strateghi americani dovranno a questo punto iniziare a identificare quali membri dei talebani potrebbero rientrare in un piano di pacificazione nazionale, un compito non facile in un paese senza legge e con molteplici feudi di insurrezione.
    La situazione è complicata anche dal ruolo del Pakistan, il cui governo è stato aspramente criticato da Kabul e dagli americani per proprio per aver stretto accordi con alcuni leader locali talebani nella valle dello Swat, una zona in cui sono state imposte le leggi islamiche. Il Pakistan ha assicurato di non aver stretto patti con i talebani ma di aver cercato di mediare tra i talebani e gli islamici locali.
    Nell'intervista, Obama ha anche parlato della cattura di terroristi all'estero, e anche in paesi che potrebbero non voler collaborare con gli Usa "Ci potrebbero essere situazioni - e sottolineo il condizionale, perchè ancora non abbiamo stabilito niente - in cui, mettiamo che ci sia un noto membro di Al Qaeda che viene avvistato in un paese con cui non abbiamo accordi di estradizione o che potrebbe non volerlo perseguire. Penso che dobbiamo prendere in considerazione questo tipo di scenario" ribadendo più tardi che l'America "non tortura", e che tutti i detenuti in mano statunitense devono vedersi riconosciuto tramuite l'habeas corpus il diritto a rispondere alle accuse.
    Alle accuse di non aver preso abbastanza le distanze dalla dottrina di Bush e della CIA di Hayden sulle detenzioni di presunti terroristi, Obama ha spiegato che erano stati proprio Bush e la CIA, negli ultimi anni, a tornare indietro e rinunciare a molte delle decisioni prese sull'onda dell'11 settembre 2001.

    Fonte: New York Times

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