I due incontri, in particolare quello con la Livni, sono stati interlocutori, e per ora sembra molto difficile l'ipotesi di un governo di larghe intese che, oltre ai tre partiti interessati, comprenda anche la formazione ultranazionalista di Avigdor Lieberman, diventata il terzo partito di Israele alle scorse elezioni.
La Livni già dall'inizio aveva detto di non voler partecipare ad un governo Netanyahu, anche se si era dichiarata possibilista sull'ipotesi di una rotazione con il rivale, e nell'incontro di domenica ha detto al premier in pectore che non entrerà in nessun governo che non riconosca la validità degli accordi internazionali raggiunti con i palestinesi, ovvero "due popoli, due stati". In pratica ha messo un veto sulla partecipazione di Yisrael Beiteinu di Lieberman. "Porterò Kadima all'opposizione" ha detto la Livni subito dopo l'incontro "Netanyahu mi ha chiesto un'altra riunione la prossima settimana e ho accettato, ma per quel che mi riguarda non è cambiato niente".
Barak è stato anche più netto, ed ha escluso tassativamente di entrare nel governo di Netanyahu, affermando di voler rispettare il verdetto degli elettori che hanno relegato il partito Laburista all'opposizione.
Netanyahu ha detto che incontrerà di nuovo i due leader nel corso della settimana, e che tenterà tutte le strade possibile per averli nel suo governo.
Intanto il primo ministro uscente Ehud Olmert ha esortato il premier incaricato Benyamin Netanyahu a formare "velocemente" il nuovo governo e ha fatto appello a quanti sono coinvolti nei negoziati sulla coalizione perché agiscano in modo rapido ed efficace.
Fonte: Haaretz
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