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    11/02/09

    Le elezioni in Israele stroncano le speranze di pace

    di Tim McGirk (TIME)

    Le elezioni di martedì in Israele si sono concluse in pratica con un pareggio e i due principali candidati - Tzipi Livni del partito centrista Kadima e Banjamin Netanyahu dei falchi del Likud - si dichiarano entrambi vincitori.
    Questo risultato potrebbe rivelarsi il peggior esito possibile per Israele, preludendo a settimane di agitazione politica e annullando i tentativi dell'amministrazione di Barack Obama di riaprire i negoziati di pace in Medio Oriente. Chiunque salga al potere, dovrà infatti fare i conti con una coalizione di governo combattiva. Nel passato, i piccoli partiti hanno tenuto in ostaggio governi di destra e di sinistra dettando l'agenda.
    In quanto partito di maggioranza relativa, Kadima cercherà di ottenere dal presidente Shimon Peres un mandato per formare quello che la Livni chiama "un governo di unità nazionale formato da Kadima e dai grandi partiti di destra e sinistra". E' un'opzione logica, ma la Livni non ha il sostegno degli altri partiti. Per cominciare, dovrebbe convincere Netanyahu a unirsi a lei. I due partiti condividono gran parte del programma e dell'ideologia - Kadima è nata da una costola moderata del Likud - e in teoria potrebbero formare insieme un solido governo di centro-destra. Ma l'antagonismo dei due leader rende un accordo molto difficile: Netanyahu, ad esempio, ha rifiutato ogni dibattito pubblico con la Livni, ed entrambi non si sono risparmiati in attacchi personali.
    Netanyahu, che ha già guidato il Paese, afferma che sarà lui il prossimo premier. Potrebbe avere ragione, perchè ha le migliori possibilità di mettere insieme una coalizione di destra con i piccoli partiti religiosi e gli ultranazionalisti di Yisrael Beitenu, diventati il terzo partito davanti ai laburisti. [...]
    La svolta a destra è uno schiaffo alle speranze del presidente Obama di una pace duratura tra il prossimo governo israeliano, i palestinesi e i confinanti arabi. Netanyahu e il leader di Yisrael Beitenu Avigdor Lieberman spingono per un'espansione degli insediamenti di coloni, quando una delle condizioni poste dai palestinesi è il ritiro dai territori occupati. Inoltre vogliono tornare a Gaza e spazzare via Hamas con ogni mezzo.
    Il tentativo della Livni di diventare il primo premier donna dopo Golda Meir sembra un'impresa disperata. Se Netanyahu rifiuterà il governo di unità nazionale, l'unico modo per avere una maggioranza sarà convincere Lieberman a entrare nel governo. Ma questo, qualora accadesse, potrebbe allontanare i partiti arabi, che contano 11 seggi, e gli stessi laburisti. Gli elettori arabi si sono presentati al voto in massa dopo che Lieberman ha proposto in campagna elettorale che tutti gli arabi di Israele giurino fedeltà al Paese se vogliono conservare la cittadinanza, ed è quindi improbabile che accettino di allearsi proprio con Yisrael Beitenu.
    Chiunque riceverà il mandato da Peres - e sarà probabilmente Netanyahu - avrà 42 giorni per formare una coalizione. Le trattatice saranno presumibilmente molto lunghe, e il premier uscente Olmert rimarrà al suo posto fino ai primi di aprile. Israele aveva bisogno di un leader forte, e invece si ritrova in un lungo periodo di disarmo politico.

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