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    13/02/09

    UE - L'Europa scarica la Turchia?

    C'è una barzelletta che circola in Turchia, soprattutto tra chi vorrebbe vedere il paese entrare nell'Unione Europea: quando la Bulgaria doveva entrare nell'UE, la domanda ai rappresentanti bulgari fu "In che anno è iniziata la prima guerra mondiale?". La Bulgaria riuscì a entrare. Quando fu il turno della Romania, la domanda fu "In che anno è finita la prima guerra mondiale?2. La Romania riuscì a entrare. Poi è stato il turno della Turchia, e adesso la domanda è "Quante persone sono morte nella prima guerra mondiale, e quali erano i loro nomi?".
    A giudicare dagli ultimi colloqui al Parlamento europeo, adesso la barzelletta dovrebbe essere cambiata in quanto ai turchi sarebbe chiesto di dire anche gli indirizzi e i numeri di telefoni delle vittime della guerra.
    La scorsa settimana, infatti, Strasburgo ha votato per imporre regole ancora più stringenti per l'ingresso di Ankara nell'Unione - tra cui una piena ammissione delle responsabilità nel genocidio degli armeni e un riconoscimento del governo greco di Cipro. Intanto l'Austria chiede che alla Turchia venga riconosciuto uno status di "alleato privilegiato" in caso di mancato accordo.
    In Turchia anche i maggiori sostenitori dell'ingresso nell'UE cominciano a dubitare che verrà mai il loro momento.
    La richiesta del Parlamento Europeo di un pieno riconoscimento turco del genocidio armeno, secondo l'affarista turco-ebreo Isahak Alaton, è controproducente "Certi tabù stanno per essere superati in Turchia. Le richieste europee rischiano di avvelenare un onesto dibattito sul passato". Alaton si riferisce al fatto che pochi giorni fa, per la prima volta nella storia turca, si è tenuta una conferenza in cui sono stati permessi interventi che sfidano pubblicamente le posizioni ufficiali sull'argomento. Solo l'organizzazione della conferenza ha richiesto mesi di polemiche politiche, e il premier Erdogan è dovuto intervenire pubblicamente a favore degli organizzatori e contro una ingiunzione di un'amministrazione locale che aveva tentato di sospendere l'evento. Il ministro degli Esteri Abdullah Gül, che nel frattempo era ad una riunione dell'ONU a New York, ha inviato un messaggio inaugurale alla conferenza e si è augurato un miglioramento dei rapporti tra turchi e armeni.
    Tutto questo però non ha avuto effetti nè sull'UE, nè sui governi di Germania e Austria, che hanno esplicitamente detto di preferire che la Turchia rimanga fuori dall'Unione. Gül ha invece detto che non accetterà nessun negoziato che non abbia come fine un pieno ingresso della Turchia. Perciò, se la proposta austriaca di "alleana privilegiata" venisse accolta dall'UE, Gül e gli altri negoziatori lascerebbero il tavolo delle trattative.

    Fonte: Der Spiegel

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